Progetto Oratorio Sabbioni

O R A T O R I O - S A B I O N I

Parrocchia S.Lorenzo Martire

Via Cappuccini 30

26013 Crema - Sabbioni (CR)

Tel. 0373 30156 - Fax 0373 231238

Internet http://www.parrocchie.it/crema/sanlorenzo

 

 

Progetto Oratorio...............Progetto Oratorio...............

 

 

L'Educazione e l'animazione per i giovani

nel Tempo Libero.

Una sfida profetica per gli Oratori

 

 

 

a cura di P.Ettore Zini ofmc, coadiutore nella Parrocchia S.Lorenzo M.

 

 

 

 

 

 

Crema 2002


Premessa

Il piano su cui si pone il progetto dell'Oratorio è a metà strada tra la pura teoria educativa e la pratica. L'Oratorio, è un crocevia di persone, d'interessi, di proposte culturali e di attività a diversi livelli: annuncio della fede, pratica sportiva, tempo ricreativo. Queste diverse esperienze possono trovare nel progetto dei riferimenti, delle ispirazioni da tradurre nel campo pratico.

Il progetto è da intendersi come momento ispirativo di una comunità adulta che vuole porsi come educativa nel mondo giovanile.

Al centro della vita dell'Oratorio c'è la persona, in particolare il bambino, il giovane che ha diritto di crescere nella fede e nella vita con un accompagnamento graduale.

Le tappe della vita che una persona trascorre in un oratorio si possono brevemente identificare nel periodi dell'infanzia e l'adolescenza e nel periodo successivo della maturità e dell'ingresso nel mondo adulto.

L'atteggiamento dell'Oratorio, nel suo insieme, dovrebbe esprimere il volto di una comunità che aiuti la persona, attraverso le proposte, le attività di catechesi, i momenti ricreativi e anche dove e quando questo sia possibile momenti di vita all'esterno come le vacanze.

L'educatore rappresenta, con il suo modo di essere e di agire, l'intera comunità adulta, i suoi consigli, i suoi programmi di lavoro, i suoi pregi e i suoi difetti, rappresentano l'esperienza pratica di questo "interesse della comunità adulta nei confronti dei più giovani".


Introduzione

All’interno di un progetto di pastorale giovanile è importante tenere presente il tempo libero come quel tempo in cui gli adolescenti e i giovani possono diventare protagonisti di attività. La società attuale offre un gran numero di occasioni d’incontro ai giovani nei Pub, nei concerti, nelle discoteche Spesso questi luoghi non favoriscono la crescita della persona poiché sono contaminati da una serie di proposte e mode culturali che non trasmettono valori e, anzi, portano la persona verso mete non costruttive e in certi casi auto-distruttive. Il consumo di alcool, l’abuso di sostanze stupefacenti, i comportamenti aggressivi sono alcuni degli aspetti di questi luoghi "comuni" del tempo libero, sfruttato commercialmente. Vi sono, anche, nella società culturale attuale, luoghi significativi per il tempo libero dei giovani e attenti al rispetto della persona. Si tratta però di esperienze ancro marginali rispetto al bisogno che i giovani manifestano e al rispetto dei valori educativi che la comunità degli adulti dovrebbe proporre.

L’Oratorio può diventare uno dei luoghi significativi del tempo libero.I giovani si ritrovano all'Oratorio nei pomeriggi e alla sera, in quelli aperti", al sabato e alla domenica, trascorrono il loro tempo nel dialogo tra i pari e nel gioco. Il tempo libero del venerdì e del sabato sera invece trascorso, dalla maggiornza nei Pub, nelle discoteche, nei centri commerciali e in quei ritrovi "giovanili" informali come la strada o la piazza.

Per far si che l’Oratorio diventi un luogo significativo del tempo libero dei giovani è utile pensare a diverse prospettive.

In genere gli oratori della Lombardia si prestano a una ristrutturazione in favore dell'animazione del Tempo Libero. Alcune esperienze significative sono già in atto, ad esempio presso la Parrocchia di Quartiano (LO) in cui si è sviluppato un centro di animazione che fa riferimento all'Oratorio e che si apre al territorio circostante. Questa esperienza, che vale la pena accostare, si chiama M'interessi e dice Mons. Domenico Sigalini, nella presentazione del progetto,: "si tratta di pensare l'Oratorio per progetti non per muri o spazi o adempimenti di routine. I progetti devono essere in grado d'interessare il mondo giovanile, di mettersi sulla sua lunghezza d'onda, sulla ricerca di comunicazione, di stare assieme, di gestire la propria corporeità, i propri gusti, la propria domanda di religiosità al di fuori degli schemi già preconfezionati e orientarla al Signore della vita". Un approfondimento su questo tipo di progetto aiuta, credo, ogni oratorio che voglia porsi come luogo e strumento educativo all'interno della cultura giovanile.

Il presente lavoro è suddiviso in tre parti. Nella prima parte vi è un breve riflessione sulla struttura-edificio dell'Oratorio. Perciò s'intende la parte muraria, le attrezzature stabili, i luoghi che lo caratterizzano. La seconda parte è dedicata al progetto educativo a cui dovrebbe ispirarsi la vita di un Oratorio, progetto che qualifico come itinerante poiché necessità sempre di revisioni e adattamenti. Nella terza parte, infine, presento alcune riflessioni di di Mons Sigalini sulla condizione giovanile e la gli atteggiamenti che nel mondo degli adulti vengono sviluppati.


Prima Parte

La struttura

 

1 Una struttura che favorisca una possibilità culturale per i giovani

La prima prospettiva è la struttura stessa dell’Oratorio. Negli anni successivi al dopoguerra si sono costruiti Oratori aventi un carattere prevalentemente sportivo, favorendo l’aggregazione dei gruppi giovanili attraverso la creazione di società sportive, palestre, campi da gioco. In quel tempo questa prospettiva ha favorito una buona partecipazione dei giovani alla proposta dell’Oratorio. Nei tempi nostri questa prospettiva sportiva può essere significativa solamente per i bambini e limitatamente per gli adolescenti mentre è insufficiente per i giovani.

 

 

 

    1. Lo spazio esterno

Sarebbe bene pensare e progettare strutture che favoriscano non solo l’aggregazione sportiva ma anche un’aggregazione culturale su vasta scala come quella teatrale e musicale. Ad esempio negli oratori che hanno spazi esterni sarebbe bene costruire un palco coperto permanente e una tettoia permanente anch’essa. Questo per favorire spettacoli esterni e la possibilità in caso di pioggia del loro svolgimento. E’ da ricordare che i giovani durante l’anno scolastico vivono la maggior parte del loro tempo al chiuso nelle scuole e ancora al chiuso nelle case per studiare. Quando essi giungono all’oratorio o in un centro di aggregazione giovanile essi amano sostare all’esterno e non all’interno di una struttura.

A che cosa serve un palco e una tettoia permanente?

A dare la possibilità ai giovani di progettare momenti di festa, rappresentazioni teatrali, concerti musicali in cui esibirsi e in cui essere finalmente i protagonisti.

Una struttura di questo tipo favorisce anche una aggregazione di persone più adulte che possono chiedere anch’esse la possibilità di fare rappresentazioni, ascoltare concerti ad esempio di musica classica o altre attività.

 

 

 

1.2 Lo spazio interno

Costruire un Oratorio tenendo conto delle esigenze dei giovani significa cercare di cogliere anche a livello architettonico degli spazi interni adatti all’incontro e al dialogo e anche per l’interno vale il discorso di uno spazio adatto alle rappresentazioni per il periodo invernale. Non necessariamente bisogna costruire un cinema o un teatro è sufficiente avere una sala ampia in cui poter disporre sedie e tavoli secondo l’uso che se ne fa.

Il Bar tradizionalmente è posto all’interno dell’Oratorio. E’ importante non sottovalutare questa attività. Il Bar è luogo d'incontro per tutte le età e il suo servizio va integrato nel progetto dell’Oratorio. Senza questo inserimento nel progetto di vita dell'Oratorio, facilmente, può diventare un luogo a se stante senza significato o con i significati che vigono all’esterno.

 


Seconda Parte

Un progetto educativo

 

 

 

 

2.1 Introduzione

 

Dice D.Sigalini: "Educare significa: far incontrare il giovane con la figura di Cristo e in quell’incontro, far trovare il senso profondo della vita affinché sia al servizio del Regno". Questo è il compito di tutta la comunità cristiana. Aggiungo che il significato dell'educazione alla fede, i suoi obiettivi e il metodo sono sempre espressione di una comunità adulta che si mette nell'atteggiamento educativo e sceglie un progetto e delle persone che lo realizzino.

E' un progetto sottinteso anche la scelta di non avere progetti…!

Presento qui di seguito il Progetto educativo del nostro Oratorio, esso esprime nei suoi tratti essenziali, l'atteggiamento di una vita condivisa con ragazzi adolescenti, i giovani. Come ogni progettualità esso incarna desideri, aspettative, fasi in atto e anche le difficoltà dell'attività del nostro oratorio. Questo progetto è frutto del corso per gli Animatori di quest'anno.

 


2.2 Il Progetto Educativo dell'Oratorio

 

 

Scheda 1

 

Che cos'è l'Oratorio ?

 

 

L'Oratorio è...

1 ) Uno strumento, …una forma, …un progetto

Qualificato

Tipico

Promotore

Per la formazione cristiana

delle giovani generazioni che:

- si allenano alla vita

- accolgono la Parola di Dio

- raggiungono una sintesi armoniosa e feconda tra fede e vita

2) che si identifica in un luogo

- di crescita

- di formazione umana e cristiana

- d'incontro

- di maturazione

- dell'opera degli educatori


Scheda 2

    1. I PROTAGONISTI
    2. DELL’ORATORIO

      Il Parroco: è il responsabile principale

      Il Sacerdote assistente: è l’anima, il sostegno e la guida dell’Oratorio. E’ colui che educa alla fede, è un esempio di dedizione; è educatore degli educatori.

      La religiosa: segno di totale dedizione a Dio, che realizza la sua vocazione anche nel servizio educativo.

      Il catechista: accompagna i ragazzi alla maturità compiendo insieme a loro un vero cammino di fede.

      L’animatore sportivo: aiuta a cogliere nei valori veicolati dallo sport gli elementi fondamentali della vita cristiana

      L’animatore di attività: partecipa alla passione educativa svolgendo servizi utili al bene comune ed alla crescita dei ragazzi

       

    3. Il gruppo degli educatori:

Parroco, Sacerdote Assistente, Religiosa, Animatore Sportivo, Catechista, Animatore del Tempo libero

queste figure educative

lavorano insieme,

cercano insieme la via migliore,

cercano insieme il progetto -

sempre itinerante -

della vita dell'oratorio.

 

 

L'educatore

L'educatore è una persona matura, affidabile, cosciente dei propri limiti, capace di dialogo e ascolto, capace di empatia


SCHEDA 3

Quali mezzi per fare l’Oratorio

 

 

1 I mezzi per educare alla fede

La catechesi

La vita liturgico-sacramentale

La carità

  1. I mezzi per tradurre la fede nella vita

Le attività ludico-sportive

Le attività culturali (Musica, Teatro, Danza)

La formazione sociale

Il bar

 


Scheda 4

Linee per una identità d’Oratorio

 

 

    1. Accoglienza

L’accoglienza in Oratorio

è un atteggiamento

che permette

di ricevere le persone

non solo in un ambiente,

ma nel proprio cuore

DANDO ATTENZIONE

AD OGNI INDIVIDUO

Per fare questo è necessario

Conoscere la situazione personale dei ragazzi:

In Famiglia

A scuola

Nel gruppo

Nelle associazioni che frequentano

L’atteggiamento dell’accoglienza

NON dev’essere esclusivo

degli animatori,

ma di tutte le persone

che frequentano

L’Oratorio

4.2 PROPOSTA

DEVE ESSERE UNA CHIARA

PROPOSTA DI VITA CRISTIANA

Al Centro della vita oratoriana

Deve essere posta la catechesi che

Non è

  • STATICA
  • SCOLASTICA

Ma è

  • ARTICOLATA
  • SVOLTA IMPEGANDO LE ENERGIE MIGLIORI
  • NEGLI AMBIENTI PIU’ ADATTI
  • NEI MOMENTI PIU’ OPPORTUNI

Una catechesi capace di interessare i giovani

E condotta su temi a loro vicini e accessibili

4.3 CORRESPONSABILITA’

L’ORATORIO NON è

Un centro d ‘aggregazione

Dove tutto e’ perfettamente

Organizzato

 

MA E’

Un luogo in cui ognuno ha la possibilita’ di

Costruire

Organizzare

Proporre

Essere attento\a

 

 

QUESTI COMPITI SPETTANO:

-AL SACERDOTE

-ALL’ANIMATORE

-AL CATECHISTA

-AL CHIERICHETTO

-AI BAMBINI

ognuno secondo i propri ruoli ed in armonia con le linee

progettuali dell‘oratorio, deve sentire l’oratorio stesso

come qualcosa di proprio, di cui occuparsi e prendersi a

cuore

4.4 MISSIONARIETA’

Vivere la missionarietà nell’Oratorio

Significa

vivere l’apertura:

  • al paese
  • alla città
  • al quartiere
  • al mondo intero

Perché l’oratorio è un ponte tra:

    • la Chiesa: dove s’incontrano i ragazzi per celebrare la propria fede
    • la strada:

il luogo dove s’incontrano i ragazzi/e per il gioco, per ritrovarsi semplicemente

SCOPO DELLA MISSIONARIETA’

DELL’ORATORIO

- Aiutare i ragazzi a portare la loro presenza e testimonianza negli

ambienti di vita (scuola, società sportiva, ecc.)

- Invitare gli adolescenti ed i giovani ad essere missionari

verso i loro coetanei indifferenti E lontani dalla vita dell’oratorio

  • Educare alla carità facendosi carico delle situazioni

di povertà esistenti sul territorio

  • Aprire la strada al volontariato ed all’impegno sociale

- Far crescere nei ragazzi la passione per l’annuncio del Vangelo in tutto il mondo e per tutti i popoli .

      4.5 VITA ASSOCIATIVA

L’oratorio può creare le condizioni favorevoli

Per l’esistenza, nel suo contesto, di:

ASSOCIAZIONI

MOVIMENTI

GRUPPI

I ragazzi devono avere la possibilità

Di scegliere il

"contesto migliore"

per esprimere i propri doni

ma ….. ATTENZIONE

L’ORATORIO NON E’

Associazioni + movimenti + gruppi

L’ORATORIO E’

  • ARMONIA
  • COLLABORAZIONE
  • DISPONIBILITA’
  • STIMA RECIPROCA
  • COMPRENSIONE

CHE PORTANO ALL’INTEGRAZIONE DI

Associazioni

Movimenti

Gruppi


Scheda 5

L’Animatore

 

L’animatore

è una persona….

 

….che sorride

per regalare gioia

ed entusiasmo

….che si veste in modo adatto a ciò che deve fare

- dignità nel vestire

- fantasia a seconda dell’attività

….che è attento

  • alla pulizia del proprio corpo
  • ad un linguaggio sincero e pulito

- alla sua creatività

Si diventa animatori

 

Con l’esperienza

Con l’umiltà

 


Terza Parte

Alcune linee di riferimento

per un progetto educativo dell’oratorio

 

 

 

Linee per un progetto educativo dell’oratorio

Di D.Domenico Sigalini, direttore del servizio nazionale per la Pastorale Giovanile della C.E.I.

 

 

 

 

 

Introduzione

 

 

I GIOVANI

Non è facile parlare di giovani. Sono sfuggenti come le pantere. Non ci stanno dentro i sondaggi.

Non mi soffermo su quest'argomento se non per richiamare alcune informazioni che già altri hanno dato, ma che ci servono per collocare le nostre riflessioni.

La loro vita è scandita da molteplici appartenenze. Si trovano non come un tempo ad abbeverarsi alla vecchia fontana del villaggio (immagine della parrocchia cara a Papa Giovanni) ma a districarsi in un mercato di bancarelle.

La loro storia assomiglia ad un mosaico in cui ogni aspetto (tessera-carpe diem) vale per se stesso, tutti gli aspetti hanno il loro valore non necessariamente in sintonia con gli altri. Una realizzazione policentrica.

La loro attenzione non è per un’immagine fissa. Ma ruota, si destreggia in una molteplicità di situazioni scavando da tutte utilità e vantaggio.

Alcuni dati

Da una recente indagine dell’osservatorio di Treviso sulla condizione giovanile datato aprile 1999. Campione di 1363 studenti di 14 istituti superiori di Treviso, su una popolazione di 13.197 studenti appartenenti a tutto il territorio della provincia e non solo.

Adesioni alle associazioni:

  • Sportiva 40%
  • Religiosa 15%
  • Umanitaria 2.5%
  • Nessuna 37%

Luoghi frequentati nella fine settimana sia da solo sia che con gli amici

  • All’ultimo posto la discoteca
  • Al primo posto il centro commerciale assieme agli altri luoghi come i concerti e il cinema

Questa veloce carrellata ci dice che dobbiamo chiarirci alcune idee sui nostri ragazzi e giovani e sulle loro appartenenze. Inoltre potremmo riflettere su cosa significa in questo contesto educare, e per ultimo se il nostro Oratorio si può considerare un luogo educativo o cosa deve mettere in atto per esserlo.

 

 


Cap.1

CHE COSA SIGNIFICA EDUCARE

 

Alcune definizioni

  1. Nel…. Vocabolario… alla voce educare:

1. Dal latino educare, della stessa radice di ducere che significa condurre, portare.

  1. Attendere allo svolgimento delle facoltà fisiche e morali dei giovani indirizzandoli alla virtù e al senso del bello.
  2. Portare con metodo ad un livello conveniente di maturità intellettuale e morale … e spirituale.

4. Guidare e formare qualcuno, specialmente i giovani, affinandone e sviluppandone le facoltà intellettuali e le qualità morali in conformità a determinati principi

b) Nella……Pastorale Giovanile

"Educare significa: far incontrare il giovane con la figura di Cristo e in quell’incontro, far trovare il senso profondo della vita affinché sia al servizio del Regno". Questo è il compito di tutta la comunità cristiana. Aggiungo che il significato dell'educazione alla fede, i suoi obiettivi e il metodo sono sempre espressione di una comunità adulta che si mette nell'atteggiamento educativo e sceglie un progetto e delle persone che lo realizzino.

E' un progetto sottinteso anche la scelta di non avere progetti…!

c) I luoghi comuni sull’educazione

  1. Lasciar sviluppare quello che c’è già in seme. Il ragazzo come pianta.
  • L’educatore ha poco da fare
  • Soprattutto attento a non recare danni
  1. S'impara facendo esperienza, più che per lezioni su ciò che si deve o non si deve fare. L’esperienza è intesa come buona per se stessa.
  • L’educatore ha più da fare che da dire
  1. E' la società che plasma gli individui
  • L’individuo ha ben poco da fare
  1. Per educare ci vuole un rapporto paritario.

Si ritiene negativa ogni disparità tra educatore e educando

  • L’educatore come amico

 

d) un commento alle ingenuità

  1. L’uomo non è una pianta. L’uomo per crescere ha bisogno di trovare o ritrovare, in chi lo circonda, quell’immagine d'uomo e che gli permetterà di identificarsi. In altre parole possiamo affermare che l’educazione ha bisogno di un rapporto umano. Un rapporto tra chi cerca ragioni per la sua vita e chi, l’educatore, dovrebbe essere in grado di dargliene.
  2. Va aggiunto che certo, s'impara facendo, ma ogni fare e ogni modo di fare non risulta sempre educativo. Ci possono essere attività finalizzate a se stesse, alienanti ecc. Perché il fare sia educativo è necessario che il fare diventi occasione di rapporto con se stessi, con gli altri; esperienza che oltre ad insegnarmi qualcosa, fa conoscere se stessi.
  3. L’adulto da una parte non può prescindere dalla dimensione collettiva dell’educazione, dall’altra non deve rinunciare al suo compito educativo, soffocato dal modo di vivere del mondo, ma deve porsi criticamente verso di esso e adoperasi per la sua trasformazione.
  4. Il rapporto paritetico rischia di sottrarre l’adulto a quella responsabilità di offrirsi come modello. Che cosa s'intende per modello? Si può dire un'immagine, non tanto da imitare, ma che permette al minore di trovare la sua immagine.

Di fronte a queste diverse impostazioni educative che spesso sono attuate senza una riflessione previa ci si possono porre alcuni interrogativi:

Quali sono le scelte giuste, le immagini realizzanti, le risposte corrette cui tendere in un clima così disgregato e disgregante, come quello contemporaneo?

C’è poi un minimo di accordo sui valori a cui educare e sul modo con cui educare tra le diverse esperienze educative (scuola, parrocchia, famiglia, sport, divertimento e servizio)?

Una cosa, infatti, è ciò che si sente a casa, altro quello che si dice in parrocchia, altro in compagnia, in tv … Nel limite del possibile si può lavorare in rete, convergere, collaborare. L’educazione è azione comune, è azione di una comunità educante.


Cap.2

 

L’ORATORIO COMUNITÀ EDUCANTE

 

Alcune riflessioni dell'emerito Arcivescovo di Milano C.M. Martini

L’oratorio è una comunità che educa all’integrazione fede e vita, grazie al servizio di una comunità di educatori in comunione di responsabilità con tutti gli adulti. (cf. Direttorio degli Oratori)

L’oratorio deve porsi come comunità educante all’interno della comunità più ampia, centro di vita spirituale, che è la parrocchia.

La parrocchia deve saper che ha, nel suo essere missionario, un ponte stabile tra chiesa e strada: l’Oratorio. Deve in altre parole sapere che ha mandato, stabilmente!, un missionario tra i giovani nel servizio d'oratorio.

L’oratorio, dal canto suo deve sapere che è un missionario, inviato dalla comunità; che da lei riceve mandato e contenuti, a lei si deve sempre riferire (Consiglio Pastorale e celebrazione eucaristica).

Quindi il progetto educativo dell’oratorio deve rientrare in un progetto più ampio di progetto parrocchiale. Pensiamo a cosa significa tutta "la partita":

  • degli investimenti (è la parrocchia che sostiene il suo missionario)
  • della formazione (è la comunità intera che forma)
  • della verifica (anche se fosse il caso di chiudere)
  • del rapporto con la catechesi e di tutte le associazioni che vi ruotano attorno

più in particolare:

  1. L’oratorio deve nascere dalla tensione missionaria della comunità parrocchiale che ha nel Consiglio Pastorale Parrocchiale (cpp) l’organo fondamentale di riferimento
  2. E' importante che il cpp sia sensibilizzato sulla realtà dell’oratorio da più voci:
  • Dal contributo de gruppi giovanili parrocchiali e dai loro animatori
  • Da una riflessione più ampia che avviene in sede diocesana e nazionale ad opera degli uffici di Pastorale Giovanile, degli oratori e dei circoli ANSPI.
  1. E' fondamentale, con riferimento al fatto che è sempre la comunità che educa e non il singolo (tanto meno il prete). È bene allora che sia istituita una commissione che faccia sue:
  • le riflessioni del cpp
  • le stenda in un progetto educativo
  • e le realizzi in iniziative concrete.
  • Attenzioni alle realizzazioni fine a se stesse
  1. la commissione deve avere al proprio interno
  • un presidente (parroco o laico in stretta comunione)
  • un segretario (importante verbalizzare le scelte … )
  • un cassiere (per chiarezza fiscale)
  • rappresentanza dei giovani associati
  • rappresentanza dei religiosi e consacrati

Questo permette che la proposta della parrocchia sia sempre unica e condivisa anche se nelle diverse sue espressioni.

Si diceva che non ha senso che dopo un attività di gruppo gli animatori non si fermino con i ragazzi al bar dell’oratorio. Una partita di calcio infatti, può essere il luogo della conferma o della smentita di quello che è stato trattato un ora prima a catechismo o in associazione. (far giocare tutti, scegliere il brocco, non cercare solo la vittoria ma il divertimento … e magari prima si è fatto il cartellone sulla pace o sull’uguaglianza).

 


Cap.3

 

L'ORATORIO, UN LUOGO EDUCATIVO ?

In un sondaggio su 1300 giovani del territorio di Treviso alla domanda sul fine settimana: la punta più alta di giovani è detto frequenta i centri commerciali, multi sala cinematografiche, sala giochi … mentre la più bassa, le discoteche. E noi pensiamo che quelli siano ancora i templi di maggior raduno dei giovani.

La riflessione sui centri commerciali ci deve far suonare diversi campanelli d’allarme:

  • non piacciono solo ai giovani ma anche agli adulti, anziani, bambini …
  • si cade presto vittime di un gioco astuto: entriamo con una domanda per una cosa e ci ritroviamo con altre mille.
  • Sanno accontentarci nei nostri gusti …
  • Peccato che non gli interessi te ma il tuo soldino

Ora questi giovani "distratti" da mille bancarelle (e noi con loro) non hanno un centro, si diceva, sono policentrici … e aveva un bel dire Battiato: "cerco un centro di gravità permanente che non mi faccia mai cambiare idea …"

Ma che strano proprio ciò che ci decentra si chiama paradossalmente centro. Ma ciò che è più da temere è la seconda parola perché quello è un centro "commerciale".

Qui tutto è pensato in termini economici, commerciali.

Qualcuno questo "ambiente", lo ha definito un non luogo. E le considerazioni che verremmo a fare ci illumineranno proprio sugli errori da non fare pensando al nostro oratorio.

 

 

a) il non luogo

Il non luogo è la piazza, e il centro commerciale, in quanto assomiglia ad una piazza a buon diritto essere considerato tale. Tra l’altro una volta si andava a fare un giro in piazza (la famosa vasca trevigiana) ora si va al centro.

Le caratteristiche della piazza, o della stazione ferroviaria è la precarietà dei rapporti. Essi sono sfuggevoli. Ci vai, ma sei di passaggio. La tua meta non è lì. Può essere bello, utile … ma poi vai da un’altra parte, dove qualcuno ti aspetta stabilmente.

L’oratorio è un non luogo quando viene usato o presentato come una stazione ferroviaria, o come un centro commerciale. Ci passi per andare a fare catechismo o per giocare … ma non c’è nessuno che ti aspetta, vai sapendo che finito torni a casa.

Ma il non luogo è anche, dicevamo, un piazza di bancarelle. Qui vige appunto la logica commerciale della domanda precisa (cinema, paninoteca, sala giochi, spese …) e dell’offerta subito gratificante.

Il successo di questo non luogo dice che un po’ tutti siamo dentro a questa mentalità e alle sue dinamiche che è molto importante conoscere sia per non caderne vittime (più o meno ingenue) sia per imparare (siate semplici come le colombe ma astuti come i serpenti)

  1. Attenzione alla logica commerciale: domanda e immediata offerta … ad un prezzo. Attenzione che in famiglia, scuola, parrocchia non si paga nel senso che non si compra (non si va a "comperare") e non si vende.
  2. Il trucco del centro commerciale è anche quello di suscitare domande (bisogni) assopite (vado per comperare una cosa e invece tante altre …) e di continuare in un circolo vizioso di domanda e risposta materiale.
  3. Ma se volessi uscire da questo circolo vizioso e cogliere che la domanda non è solo materiale e chiede una risposta non solo materiale il centro commerciale finirebbe di esistere come luogo dell’appagamento dei bisogno …
  4. A questo punto cosa che non farà mai un centro commerciale o una multi sala film per non farti passare dal non luogo al luogo (ovvero spazio in cui inizia ad porsi in me una domanda spirituale che mi apre ad un senso ad un valore spirituale. Luogo che mi libera dalla schiavitù della materia e dei bisogni materiali, spesso indotti dal mercato, e mi apre ad un oltre)

b) il luogo, ovvero l’esserci.

Questa riflessione sulla linea di demarcazione tra il non luogo e il luogo, è proprio nella capacità di porsi con logiche diverse: dal commerciale al gratuito, dal rapporto precario a stabile. Dal rispondere immediatamente in modo materiale al rispondere rilanciando ad un oltre spirituale.

L’oratorio si pone pertanto come un ambiente educativo, non solo perché esteriormente accogliente, ma perché è abitato da qualcuno. C’è qualcuno che ti dice, con simpatia, io sono qui per te, io sono qui con te. Io ho qui la mia meta e sei tu. Ma anche la mia meta, come la tua, è anche più in là.

"Anche un parcheggio è un non luogo … è una piazza. Eppure un parcheggiatore ne aveva fatto un luogo educativo".

Un esserci quindi, non per vendere ma per testimoniare un già e ….un oltre

  1. il desiderio di cura, di paternità, di amicizia che la comunità cristiana ha per i suoi giovani.
  2. questo è fatto da persone chiamate (vocazione) e mandate (servizio) a dire i valori base della comunità stessa.
  • Se sono qui non lo sono per virtù o bravura personale ma perché io prima di te sono stato amato dal Signore e a lui ho detto concretamente sì anche nel mio essere qui per te. (Madre Teresa diceva lo facciamo per Gesù)
  • Il Signore ha molta pazienza con me e io l’avrò con te. L'educazione è un fatto di cuore (Don Bosco).
  • Nessuno è arrivato. Io ti dico fin dove sono arrivato io. Ma so che alcuni valori, seppur mi rimangono ancora da scoprire completamente, tuttavia li ho assaporati e in essi credo. Se sono qui è anche per questi.
  1. l’atteggiamento che più ci aiuta è quello del missionario. (Vedi Una vita da mediano, Ligabue).
  • non preoccupato di proselitismo (aumentare le fila) ma di dire una grande gioia
  • preoccupato di parlare la lingua, conoscere i linguaggi: sport, musica, Internet, fumetti, murales
  • di andare lì dove sono … e non aspettare (sulla riva del fiume che passi il nemico ucciso)
  • di sapere che l’evangelizzazione è un arte che si gioca tra fermezza nella proposta dei valori (non si svende niente … logica commerciale) e pazienza nell’educare

consapevolezza che il Signore è già all’opera con il suo Spirito nel cuore di chi ci sta davanti.

 

 


 

B I B L I O G R A F I A

per un approfondimento

AA.VV. (a cura di), Catechismo della Chiesa Cattolica (Vaticana, Roma 1992).

AA.VV. (a cura di), Direttorio per gli oratori parrocchiali (Diocesi di Treviso, 1993).

AA.VV. (a cura di), Educare alla fede, oggi. Atti del Convegno di Studio per Operatori Pastorali,Treviso 1989.

AA.VV. (a cura di), Le età dei giovani alle soglie del 2000 (Rogate, Roma 2000).

AA.VV. (a cura di), M'Interessi. Linee di programmazione per il tempo libero del fine settimana. Opuscolo informativo a cura di Don Emanuele Brusati (Quartiano - LO, 2002)

CARLA MONACA - IDA VINCI (a cura di), Sulla strada. Itinerario annuale per adolescenti (Elledici, Torino 1999).

CENTRO ORATORI ROMANI, Oratoriando tutto l'anno (Elledici, Torino 1998).

C.M.MARTINI , Itinerari Educativi (Centro Ambrosiano, Milano 1988).

C.M.MARTINI, Sul corpo (Centro Ambrosiano, Milano 2000).

DI CRISTOFARO LONGO GIOIA, Onorare la vita al di là di ogni scacco. Una prospettiva di antropologia culturale in AA.VV.(a cura di), Note di pastorale giovanile. Anno36 dicembre 2002 (Elledici, Torino 2002)

GIULIETTI PAOLO, L'animazione culturale nella pastorale giovanile in Italia in

AA.VV.(a cura di), Note di pastorale giovanile. Anno36 dicembre 2002 (Elledici, Torino 2002)

FREUD SIGMUND, Il disagio della civiltà e altri saggi (Bollati-Boringhieri, Torino 1999).

FROMM ERICH, Avere o essere (Mondadori, Milano 1976), 1a ed. 1976

FROMM ERICH, L'arte di amare (Mondadori, Milano 1995), 1a ed. 1956

MOTTO FRANCESCO, Un sistema educativo sempre attuale (Elledici, Torino 2000).

NERI CLAUDIO, Gruppo (Borla, Roma 1998).

POLLO MARIO, Una scommessa, un progetto, un metodo intervista a cura di Giancarlo De Nicolò in AA.VV.(a cura di), Note di pastorale giovanile. Anno36 Dicembre 2002 (Elledici, Torino 2002).

RAVASIO BRUNO (a cura di), Le due adolescenze. Crescita e identità a confronto (Elledici, Torino 1998).

TONELLI RICCARDO, Una pastorale giovanile nello stile dell'animazione in AA.VV.(a cura di), Note di pastorale giovanile. Anno36 Dicembre 2002 (Elledici, Torino 2002).


 

INDICE GENERALE

 

Premessa

Introduzione

 

Prima Parte: La struttura

1 Una struttura che favorisca una possibilità culturale per i giovani

    1. Lo spazio esterno
    2. Lo spazio interno

 

 

Seconda Parte: Un progetto educativo

2.1 Introduzione

2.2 Il progetto educativo dell'oratorio

Scheda 1 Che cos'è l'oratorio

Scheda 2 I protagonisti dell'oratorio

Scheda 3 Quali mezzi per fare oratorio

Scheda 4 Linee per una identità di oratorio

Scheda 4.1 Accoglienza

Scheda 4.2 Proposta

Scheda 4.3 Corresponsabilità

Scheda 4.4 Missionarietà

Scheda 4.5 Vita Associativa

Scheda 5 L'animatore

 

 

Terza Parte: Alcune linee di riferimento

per un progetto educativo dell’oratorio

 

Introduzione: I Giovani

Cap.1 Che cosa significa educare

Cap.2 L'Oratorio, una comunità educante

Cap.3 L'Oratorio, un luogo educativo ?

 

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